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Con il numero 4 della RIAP si conclude l’anno; un anno in cui non solo abbiamo cercato di selezionare al meglio i lavori da pubblicare (novità delle informazioni e peso della ricaduta pratica), ma anche l’anno in abbiamo fatto grandi passi per raggiungere gli obiettivi che ci eravamo posti lo scorso anno: arrivare a ottenere l’indicizzazione. Ci manca davvero poco per realizzarla e vi annunciamo già da ora che con il prossimo anno la rivista pubblicherà solo articoli in lingua inglese, ultimo step per poter adire alla valutazione internazionale della rivista, l’esame finale! Ovviamente resterà attivo in italiano solo l’articolo della FAD che, essendo rivolta solo al pubblico italiano che vuole acquisire crediti formativi, non necessita di traduzione; anzi potrebbe ostacolarne la diffusione.

La FAD di questo numero, proposta dalla Commissione Dermatite Atopica guidata da Elena Galli, è una revisione incentrata sulla dermatite atopica: “Dermatite atopica moderato-grave: quali novità per il pediatra”, una sorta di completamento degli articoli precedentemente pubblicati. Questa malattia che affligge quasi il 10% dei bambini, merita di essere proposta alla nostra attenzione sia perché in questi ultimi anni abbiamo aggiunto nuove acquisizioni patogenetiche, sia perché si è concretamente aperta la possibilità di trattarla con farmaci biologici. Questa FAD è volta a inquadrare le forme cliniche più impegnative, i quadri definiti moderato-gravi secondo gli score clinici di gravità. Sono i quadri più critici, in cui non c’è solo un maggior carico farmacologico ma anche la maggior compromissione della qualità di vita dei pazienti e delle famiglie. Questa revisione riassume l’attuale stato dell’arte cercando di analizzare in dettaglio gli aspetti, inclusi gli approcci più innovativi: infatti, si conclude con un focus anche sui nuovi preparati attualmente ancora in fase di studio.

La Commissione sulle Allergie Alimentari coordinata da Mauro Calvani ci propone un caso clinico emblematico come spunto per parlare dell’“immunoterapia per alimenti e allergie non-IgE-mediate”. Le allergie alimentari non-IgE-mediate sono quelle più sfuggenti e difficili da diagnosticare perché non ne conosciamo maker diagnostici applicabili nella routine quotidiana, al di là del sanguinamento rettale. In genere, hanno una buona prognosi con acquisizione nel tempo della tolleranza all’alimento in causa. A volte, tuttavia, la tolleranza non viene raggiunta per cui si è costretti a proseguire la dieta di eliminazione che, protratta troppo a lungo, può dare squilibri nutrizionali. Gli autori si chiedono se sia possibile tentare anche a questo sottogruppo di pazienti la desensibilizzazione orale, approccio ormai in uso nelle allergie alimentari IgE mediate. Viene perciò proposto il caso di una bambina affetta da Food Protein-Induced Enterocolitis Syndrome (FPIES) da proteine del latte vaccino, in cui è stato tentato l’approccio con l’immunoterapia orale, con ottimi risultati e pieno successo. Da qui prende l’avvio l’interessante e aggiornata revisione della letteratura sulla desensibilizzazione orale nelle allergie alimentari non-IgE-mediate.

Sempre in tema di allergie non-IgE-mediate, la Commissione sulle Patologie Rare coordinata da Elio Novembre, ci propone un percorso pratico per approcciare la proctocolite nell’articolo “Proctocolite allergica: revisione della letteratura e proposta di un algoritmo diagnostico-terapeutico”. La proctocolite allergica sembra essere in aumento soprattutto nei neonati allattati esclusivamente al seno e nella maggior parte dei casi è riferibile alle proteine del latte vaccino. È una patologia che mette in ansia le famiglie (soprattutto le neo-mamme) proprio perché compare nei primi mesi di vita e questa review vuole fornire un aggiornamento delle attuali conoscenze epidemiologiche, diagnostiche e terapeutiche da applicare nella pratica clinica quotidiana.

La Commissione Vaccini coordinata da Viviana Moschese ci propone un argomento di estrema attualità nella stagione invernale: “Attuali sviluppi in tema di vaccinazione anti virus respiratorio sinciziale”. Il VRS è il più frequente agente eziologico delle infezioni respiratorie nei bambini sotto i 5 anni ed è la causa prevalente di complicanze e necessità di ricovero ospedaliero sotto i due anni. In realtà rappresenta anche una tra le maggiori cause di morbilità e mortalità nei soggetti con più di 60-65 anni, specie se portatori di patologie cardiache e/o polmonari. A oggi l’unica profilassi disponibile era l’utilizzo dell’anticorpo monoclonale palivizumab, autorizzato in una fascia molto ristretta della popolazione pediatrica. Infatti i vaccini utilizzati in passato erano stati subito ritirati perché avevano causato rilevanti effetti indesiderati. Primo tra tutti la possibilità, frequente soprattutto tra i più piccini, di sviluppare una grave forma di malattia respiratoria – in alcuni casi anche letale – in seguito alla esposizione al virus nella stagione successiva a quella della vaccinazione, verosimilmente dovuta ad una aberrante risposta immunitaria al virus. Oggi sono in studio numerose tipologie di vaccino anti-VRS con risultati incoraggianti: alcune sono già in commercio in Europa e in attesa di approvazione da parte dell’AIFA. Peraltro proprio in questi giorni sono partite le campagne si desensibilizzazione alla infezione da VRS per gli adulti ed è auspicabile che a breve possano essere utilizzati non solo in età pediatrica ma anche negli adulti con più di 60 anni e con patologie che li espongono al rischio di complicanze.

E ora, augurandovi buona lettura e nella speranza che gli articoli siano di vostro interesse, insieme al nostro splendido Comitato Editoriale e al fantastico Team di JM, non possiamo non augurare a tutti voi un sereno Natale e un entusiasmante 2024.

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Authors

Marzia Duse - Co-Direttore, RIAP

Giampaolo Ricci - Co-Direttore, RIAP

How to Cite
Duse, M., & Ricci, G. (2023). Editoriale. Italian Journal of Pediatric Allergy and Immunology, 37(4). Retrieved from https://www.riaponline.it/article/view/407
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